La nota società di consulenza Ernst & Young ha pubblicato l’ultima edizione dell’indagine “Renewable Energy Country Attractiveness Index” (pdf), lo studio trimestrale dedicato agli investimenti in energie rinnovabili nei diversi Stati.
Se la crisi economica sembra aver inciso abbastanza sulle quotazione dei paesi dell’Unione Europei nel settore delle rinnovabili (resta comunque terza la Germania nella classifica di E&Y), lo stesso non si può dire per la Cina che, insieme agli Stati Uniti, si classifica a pari merito tra i paesi “più attrattivi” al mondo per gli investimenti in rinnovabili.
Il paese asiatico guadagna due punti in più negli indici generali di investimento in energia pulita, visto che sta investendo nei settori circa 34,6 miliardi di dollari, quasi il doppio degli Stati Uniti.
Questi ultimi invece perdono un punto rispetto al precedente documento trimestrale di Ernst & Young forse a causa della mancata approvazione del Climate Bill e anche per aver registrato nell’ultimo trimestre la più bassa nuova potenza eolica installata dal 2007.
La Cina invece nel 2009 diventa leader mondiale per potenza installata nell’eolico e risulta il paese con l’indice maggiore nel settore sia per il breve che per il lungo termine. Anche l’India ha aumentato il suo indice generale grazie all’apporto di risorse pubbliche per oltre 1 miliardo di dollari nei comparti della green economy e un piano di sviluppo dell’eolico per 4 GW e di 1 GW per l’energia solare da realizzare nel breve e medio termine.
In chiaro rialzo le quotazioni (due punti) anche della Gran Bretagna (al 6° posto generale), il cui Governo ha lanciato un fondo di investimenti verdi per circa 2,3 miliardi di euro e approvato un investimento di oltre un miliardo di euro per favorire l’integrazione delle rinnovabili nelle reti elettriche. Inoltre è stato reso attivo un nuovo piano per velocizzare l’approvazione dei progetti.
La situazione italiana
L’Italia, come nelle precedenti edizioni dell’indagine, si classifica al quinto posto, guadagnando un punto nell’indice di investimento in particolare grazie ai progetti dei più grandi parchi fotovoltaici d’Europa, come quello di Rovigo (72 MW) e di Montalto di Castro (85 MW).
Anche in riferimento all’eolico nel nostro paese si sono registrati risultati molto positivi, +30% nel 2009, che ci hanno confermato la sesta posizione nell’indice di settore a breve termine. Discrete anche le potenzialità di crescita nell’eolico offshore. Grecia, Spagna e Portogallo invece perdono terreno per il peggioramento dell’andamento dei mercati di capitali e delle quotazioni nei rating internazionali. Un primo trimestre 2010 che è risultato complesso anche per l’Australia alla luce anche del ritardo con il quale sarà forse reso operativo il pianificato schema di emission trading successivo al 2012. Nell’indagine si evidenzia anche la risalita di Brasile e Giappone nel ranking generale. In questa nuova indagine trimestrale ci sono delle novità rispetto alle precedenti edizioni.
È stata introdotta una revisione dell’indice dell’energia solare, in modo da riflettere il ruolo crescente della generazione dei sistemi solari termodinamici per la produzione di energia elettrica.
I cambiamenti dei coefficienti per il solare hanno portato ad un innalzamento del punteggio complessivo del solare per paesi come Stati Uniti, Spagna e India che hanno un buon potenziale per questa tecnologia, mentre hanno fatto abbassare leggermente il punteggio sul solare di paesi come Germania e Francia. In questa pubblicazione, inoltre, sono stati inseriti due nuovi paesi, Repubblica Ceca e Sud Africa.
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