I cavi LSOH risultano adatti in luoghi come cinema, teatri, scuole, edifici storici, dove è importante, in caso di incendio, non si manifestino le condizioni di atmosfera corrosiva e opaca da impedire il deflusso delle persone.
L’articolo 751.04.3 della Sezione 751 “Ambienti a maggior rischio in caso di incendio” della Norma CEI 64-8 così recita:
“Per i cavi delle condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) si deve valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti.
A tal fine sono considerati adatti i cavi senza alogeni (LSOH) … omissis…”
Queste poche righe sono dense di significato, non solo tecnico e normativo ma anche storico, nel senso che per scrivere questo testo sono occorsi più di quindici anni.
In realtà il testo dell’articolo è stato discusso, preparato per inchiesta pubblica e approvato nel giro di pochi mesi (dal settembre 2005 fino al febbraio 2006), i quindici anni rappresentano il significativo periodo in cui si è cominciato a discutere dell’installazione di cavi aventi particolari caratteristiche di comportamento al fuoco e all’incendio in determinati ambienti Il risultato raggiunto con l’articolo pubblicato nell’ultima variante della Norma CEI 64-8 sembra “banale” invece, dietro a queste poche righe, c’è stato un importante, vivace, a volte litigioso dibattito, tra gli esponenti del CT 64 che riguarda l’attività normativa nel campo degli impianti elettrici di bassa tensione e i componenti del CT 20 riguardante la costruzione dei cavi di energia.
Al momento dell’emanazione della prima edizione della Sezione 751, i cavi LSOH non erano ancora nati, forse erano ancora nelle provette dei chimici intenti a studiare le nuove mescole; l’oggetto del contendere tra 64 e 20 erano i nuovi cavi non propaganti l’incendio (prove secondo la Norma CEI 20-22) e cavi con caratteristiche tali da non emettere fumi tossici (norma di costruzione CEI 20-38).
“Sono una garanzia per l’utente” affermava il costruttore (CT 20), “non discutiamo la qualità del prodotto, ma esistono altre modalità di costruzione anche meno costose” rispondevano i progettisti, gli installatori e gli utenti (CT 64) forti anche del fatto che le norme europee non dicevano nulla in proposito.
Il risultato ottenuto dopo lunghe discussioni è stato il seguente testo normativo: Norma CEI 64-8 (1988) – Sezione 751: “Quando i cavi delle condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) sono raggruppati in quantità significative in rapporto con le altre sostanze combustibili presenti, nei riguardi dei fumi, gas tossici e dei gas corrosivi si devono adottare provvedimenti analoghi a quelli stabiliti per le altre sostanze combustibili dalle autorità competenti per il caso specifico”.
Quanto sopra, tuttavia, solo se esistevano disposizioni legislative specifiche; queste in realtà non esistevano e si è andati avanti così con questa incertezza.
Uscita la norma, le discussioni non sono terminate, anche perchè nuove mescole venivano progettate, provate e indossate su nuovi cavi.
Un secondo risultato è stato raggiunto per la Sezione 751 della Norma CEI 64-8: fermo restando l’articolo approvato nel 1988, nell’edizione del 2003 è stata aggiunta una nota in cui si segnalavano come adatti allo scopo richiesto dall’articolo, i cavi LSOH rispondenti alle prove eseguite secondo la serie di norme CEI 20-22 e 20-37. I cavi erano costruiti secondo i criteri delle norme CEI 20-13 e 20-38. Ecco comparire la strana sigla LSOH.
Tutto finito? Niente affatto. Stavolta i due contendenti (20 e 64) non c’entrano. L’evoluzione dello studio della sicurezza, la richiesta di essa voluta in leggi specifiche ha portato allo sviluppo di un nuovo e responsabile criterio: la valutazione del rischio.
Questo criterio, consolidato nei confronti del rischio di esplosione e nella protezione contro i fulmini è stato adottato anche nel rischio di incendio soprattutto per lo sviluppo di fumi e gas tossici pericolosi, durante la combustione.
Pertanto l’ultima edizione dell’articolo 751.04.3 della Norma CEI 64-8 mette in rilievo proprio la valutazione del rischio per la presenza di fumi e gas tossici e corrosivi negli ambienti con affollamento di gente e la sua difficoltà di evacuazione.
I cavi LSOH risultano adatti proprio in luoghi come cinema, teatri, scuole, centri commerciali, edifici storici, dove è importante, in caso di incendio, non si manifestino le condizioni di atmosfera corrosiva e opaca da impedire il deflusso delle persone.
Non solo, nella parte di articolo omessa sono citate sia le severe norme relative alle prove a cui questi cavi devono sottostare, sia le norme sulla costruzione dei cavi stessi.
In conclusione si può affermare che le discussioni in ambito normativo possono essere “vivaci” e anche lunghe, ma quando le condizioni tecniche sono consolidate e necessarie, la norma trova la soluzione ottimale per il suo principale scopo dell’ottenimento della sicurezza delle persone e dei beni.