I manuali di vari climatizzatori fissi domestici monosplit prescrivono di “collegare l’apparecchio ad un circuito dedicato” citando vagamente “le norme vigenti”. Negli impianti elettrici già esistenti spesso ciò è difficile per mancanza di spazio nei corrugati, nel quadro, ecc. Quali sono queste presunte norme? L’unico obbligo specifico che trovo è la sezionabilità (CEI 64-8 13.2.10). Per rispettarlo sembrerebbe sufficiente collegare l’apparecchio a un interruttore bipolare o, se l’assorbimento max. è molto basso (< 10 A), anche solo a una presa a spina dedicata in casa.
Anonimo
La suddivisione dell’impianto non solo è indicata in termini generici nell’art. 13.2.10 “Dispositivi di interruzione e sezionamento” della CEI 64-8/1 ma anche dall’art. 314 “Suddivisione dell’impianto” della Norma CEI 64-8/3 che recita:
314.1 Ogni impianto deve essere in genere suddiviso in diversi circuiti, secondo le esigenze, per:
- evitare pericoli e ridurre inconvenienti in caso di guasto;
- facilitare le ispezioni, le prove e la manutenzione in condizioni di sicurezza (Capitolo 46);
- tenere conto dei pericoli che potrebbero derivare da un guasto di un singolo circuito, come per es. un circuito di illuminazione;
- ridurre la probabilità di intervento indesiderato degli interruttori differenziali dovuto a correnti eccessive di dispersione;
- ridurre gli effetti delle interferenze elettromagnetiche.
Pertanto, è compito del progettista dell’impianto, valutate anche le conclusioni della valutazione dei rischi, determinare le caratteristiche delle protezioni da sovracorrenti e dai contatti indiretti. In quest’ultimo caso, data la specifica di molti produttori e valutate le possibili correnti di guasto verso terra correlate a dispositivi a semiconduttori quali quello ormai presenti all’interno delle apparecchiature di condizionamento, può essere utile utilizzare una protezione dedicata avente specifiche caratteristiche del dispositivo differenziale.