Si è tenuta ieri (29 settembre) a Roma, presso la Cgil nazionale, la conferenza internazionale – Il Piano Solare Mediterraneo: Energia pulita, sviluppo, lavoro, cooperazione, pace – organizzata in collaborazione con l’OME (Osservatorio Mediterraneo Energia). Il Piano Solare, presentato dai 43 stati dell’Unione del Mediterraneo nel luglio 2008, ha l’obiettivo di ottenere una potenza di 20 GW da impianti di energia rinnovabile installati nei paesi del sud-est Mediterraneo. Attualmente i progetti – nati dalla cooperazione tra i paesi del Nord Africa e l’Europa – sono più di 150.
Alla conferenza è intervenuto Piero Gnudi, presidente dell’OME, nonche’ presidente dell’Enel, il quale ha fatto notare che, per il sostegno delle energie rinnovabili, non si possono dare contributi in eterno; per questo ci vuole uno sforzo tecnologico per ridurre i costi attualmente molto alti, altrimenti la bolletta elettrica e’ destinata ad aumentare.
Per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, si stima che da qui al 2030 saranno costruite nuove centrali per 372 GW. Il 68% sara’ destinato ai Paesi del Sud, dove la capacita’ installata dovrebbe triplicare, passando dai 103 GW del 2005 ai 358 GW del 2030; una nuova capacita’ che, se non ci saranno discontinuita’ con il passato nelle politiche energetiche, impieghera’ prevalentemente combustibili fossili.
L’OME – ha aggiunto Gnudi – ha calcolato che il volume degli investimenti necessari per il solo settore elettrico nei Paesi del Sud dovrebbe essere di circa 450 miliardi di dollari al 2030 e comprendera’ oltre agli investimenti in generazione, la costruzione di nuove linee di trasporto e di distribuzione, oggi in molti casi inefficienti.
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