Sono ad occuparmi di adeguare un impianto elettrico. La situazione è questa: il committente ha uno studio (commercialista) adibito ad uffici e vorrebbe trasformare una parte di questo in un ambulatorio odontoiatrico mantenendo una sola fornitura. Non essendo una nuova “costruzione” bensì un adeguamento il committente vorrebbe evitare di costruire un nuovo quadro per l’ambulatorio ma alimentare tutto dal quadro elettrico generale già esistente, inoltre tutti i punti luce, le prese elettriche e le prese dati già cablate vorrebbe mantenerle senza quindi sostituire i cavi già esistenti. Il progetto elettrico più recente risale al 1995. Non so quindi come comportarmi e avrei bisogno di chiarire questo aspetto: è possibile alimentare tutto dal quadro generale? è possibile riutilizzare tutti i cablaggi già esistenti per illuminazione forza motrice e dati? inoltre tutti gli infissi delle stanze sono in alluminio; è necessario metterle a terra e collegarle al nodo equipotenziale anche se sono fuori dall’area del paziente?
Luca Iaconis
Gli impianti delle due attività devono essere separati ai sensi della Delibera 21 dicembre 2017 894/2017/R/eel (clienti finali nascosti LINK). Si configurano nel caso prospettato due “unità di consumo”.
Una volta chiarito questo aspetto, può essere riutilizzata parte dell’impianto esistente, se ancora idonea allo scopo (..se l’impianto risulta essere statao installato nel 1995 sono passati quasi 30 anni – sigh!). I telai degli infissi vanno collegati al nodo equipotenziale del locale di gruppo 1 se possono interferire con la zona paziente e se risultano masse estranee. Il riferimento per la realizzazione degli impianti elettrici nei locali medici è la sezione 710 della Norma CEI 64-8. Utile riferimento anche la Guida CEI 64-56 “Edilizia ad uso residenziale e terziario – Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici – Criteri particolari per locali medici“.