In queste settimane è in corso a Glasgow la COP26, il vertice che ha come obiettivo quello di definire un accordo quadro sui cambiamenti climatici. Fra gli obiettivi troviamo l’eliminazione graduale del carbone, la riduzione della deforestazione, l’incentivo alla produzione di energia da fonte rinnovabile, l’accelerazione al passaggio alla mobilità elettrica.
Il tema dell’e-mobility ha assunto sempre più importanza. Ne abbiamo parlato recentemente a Rimini all’interno di Key Energy cercando di affrontate le sfide della mobilità elettrica con uno sguardo all’impatto sulla rete elettrica e illustrando le principali opportunità per l’utente finale; ne discuteremo questa prossima settimana con un webinar gratuito sulla sicurezza elettrica per gli impianti fotovoltaici e i sistemi di ricarica per i veicoli elettrici.
Come noto il settore della mobilità elettrica è entrato in una fase di crescita dinamica. Lo dimostrano i dati delle vendite di veicoli elettrici che, nonostante l’empasse dei chip, continua inesorabilmente la sua crescita a discapito dei veicoli endotermici a benzina e soprattutto diesel.
I dati diffusi la scorsa settimana mostrano un ulteriore incremento nelle vendite, soprattutto per la categoria dei veicoli elettrici a batteria (BEV – Battery Electric Vehicle).
Figura 1: Progressivo vendite di veicoli in Italia.
Il trend del nostro paese è finalmente in linea con la crescita registrata negli ultimi anni nei paesi europei, ma l’effetto è visibile oramai in tutti i continenti. Basti pensare che a settembre 2020, in Europa per la prima volta le immatricolazioni di veicoli elettrici abbiano superato le immatricolazioni dei veicoli diesel.
Figura 2: Vendita di veicoli elettrici a livello mondiale (periodo 2010-2020).
Figura 3: Immatricolazioni di veicoli elettriche e relative quote di mercato nei paesi europei con maggiore diffusione (periodo 2015-2020).
Secondo quanto rilevato dall’IEA – International Energy Agency, nel recente Outlook dedicato alla mobilità elettrica, entro il 2030 il 12% del parco auto circolante a livello mondiale sarà costituito da veicoli elettrici.
Figura 4: Previsione di vendita di veicoli elettrici in Europa nel 2030.
Anche il recente rapporto pubblicato da Bloomberg prevede una flotta dominata da veicoli elettrici al 2050 prossimo al 60% favorita da una progressiva diminuzione dei prezzi delle batterie a ioni di litio e una crescente pressione politica dei paesi che hanno annunciato piani per eliminare gradualmente le vendite di veicoli a combustione interna. La Norvegia, la cui quota di vendita oggi è del 75%, ha dichiarato lo stop alle immatricolazioni di auto con motore endotermico nel 2025.
A libello globale oggi si contano circa 12 milioni di veicoli elettrici per il trasporto passeggeri a cui si uniscono un milione di altri veicoli elettrici e oltre 260 milioni di veicoli elettrici a due o tre ruote.
A fronte dell’aumento del parco circolante, la domanda di energia (nello scenario di transizione economica) dovrebbe essere di 5.000 TWh che potrebbe raggiungere 8.500 TWh con l’obiettivo zero emissioni, raggiungendo poco meno del 25% in più della domanda globale di energia elettrica a livello mondiale nel 2050.
La crescita sarà accompagnata, naturalmente, dall’incremento delle infrastrutture di ricarica valutata in oltre 309 milioni entro il 2040, di cui oltre 87% in ambito domestico.
L’incremento della domanda di energia sarà accompagnato dalla diffusione dei vehicle-to-grid, destinati a diventare uno strumento importante per tutti gli operatori di rete. Questa tipologia di veicoli elettrici, soprattutto nella versione V2G in grado cioè di scambiare energia elettrica con la rete elettrica, consentirà di gestire la domanda di energia nella fasi di maggior richiesta (picchi), con benefici economici a carico dell’utente finale.
Perché si punta sulla mobilità elettrica? Il motivo è da ricercare sui dati delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dal settore del trasporto.
In Italia, ad esempio, i trasporti sono responsabili del 24,4% delle emissioni totali di gas serra. Nel periodo 1990 – 2018 le emissioni del settore trasporti sono cresciute del 2,0% (esclusi i trasporti internazionali/bunkers) passando da 102,18 Mt a 104,3 Mt.
Di seguito si riportanto i dati diffusi da Eurostat al 2015.
Figura 5: Emissioni totali di gas serra nei trasporti (anno 2015).