Il crescente sviluppo dell’energia eolica negli ultimi anni ha posto la necessità di una valutazione paesaggistica dei progetti di installazione degli impianti. Tale necessita è frutto non solo del crescente impegno per uno sviluppo sostenibile ma anche di politiche più generali volte a garantire una qualità paesaggistica diffusa, coerentemente con i principi sanciti dalla Convenzione Europea del Paesaggio, ratificata dal Governo italiano con la legge 14 del gennaio 2006.
E’ in questo quadro che s’inserisce il manuale, curato dal Ministero dei beni e attività culturali, sulla progettazione e la valutazione degli impianti eolici, presentato il 26 febbraio scorso dal Sottosegretario del MiBac, Danielle Mazzonis.
Le linee guida, da una parte, si rivolgono ai progettisti che si applicano ad un nuovo progetto di realizzazione di un impianto eolico di qualsiasi dimensione, perché prendano coscienza dell’opportunità di un’integrazione del punto di vista paesaggistico, a partire dalle prime fasi di progettazione. Ma sono rivolte anche ai valutatori, ai quali spetta il compito di verificare le compatibilità degli interventi dal punto di vista paesaggistico, perché abbiano gli strumenti necessari ad una valutazione ponderata, nel merito delle proposte progettuali.
Tale pubblicazione vuole essere un punto di riferimento per dare omogeneità sul piano nazionale e, nel contempo, diventare uno strumento di lavoro.
Le linee guida partono dalla volontà di capovolgere il processo di progettazione, partendo dall’analisi attenta dei luoghi con la consapevolezza che gli interventi eolici possano portare un grande cambiamento al territorio e, quindi, e’ necessario intervenire in maniera compatibile e appropriata.
Il manuale fa parte della collana “Linee guida per l’inserimento paesaggistico degli interventi di trasformazione territoriale”, a cura della Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici del MiBac ed è frutto di un lavoro congiunto tra il MiBAC e il Politecnico di Milano.
Il manuale del MiBac rappresenta un contributo culturale per la redazione delle linee-guida previste dal Decreto legislativo n.387/2003, che saranno frutto della concertazione dei Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e dei Beni Culturali, in Conferenza unificata.
Introduzione al volume
La crescente consapevolezza dei problemi generati dall’uso di combustibili fossili ha, negli ultimi anni, orientato anche l’Italia verso le fonti rinnovabili, in particolare quella eolica. Lo sfruttamento dell’energia del vento, al pari di altre forme di produzione pulita, contribuisce alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, impegno contratto dall’Italia con la sottoscrizione del Protocollo di Kyoto; ma, nel nostro Paese, si confronta con un’esigenza supplementare, quella di conciliare l’elevazione di torri eoliche con un paesaggio caratterizzato da straordinari valori storici, paesaggistici e naturali.
In merito, diverse organizzazioni dedite alla tutela dell’ambiente e alla rappresentanza delle imprese agricole hanno dato vita ad un acceso dibattito: talune hanno ritenuto prevalente l’interesse alla produzione con fonti non fossili mentre altre – più critiche – hanno valutato insufficienti i benefici energetici se confrontati con i notevoli impatti, soprattutto di tipo visivo, e gli effetti negativi sulle attività economiche legate al turismo rurale.
Buone ragioni, da entrambe le parti, non mancano: non è stato possibile sommarle, probabilmente, per l’assenza di un’opportuna pianificazione e progettazione degli interventi, realizzati spesso al di fuori di chiare e complessive indicazioni sia dal punto di vista energetico che ambientale e paesaggistico.
L’ulteriore sviluppo dell’eolico in Italia ha bisogno di recuperare un forte legame con il territorio, in un quadro di regole condivise che le istituzioni, centrali e locali, hanno tutto l’interesse ad elaborare per conseguire la massima tutela del paesaggio e di tutte le iniziative economiche – quelle per l’energia pulita e quelle che investono sull’eccezionalità del connubio storico, artistico, naturalistico e agricolo del territorio italiano.
Da tempo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali è impegnato in un’opera di sensibilizzazione e di diffusione dei valori del paesaggio, seguendo le indicazioni della Convenzione Europea per il Paesaggio, ratificata dall’Italia ed entrata in vigore dal primo settembre 2006.
In particolare, con le linee guida che qui si presentano, il Ministero propone indirizzi e criteri per una progettazione degli impianti eolici fondata sulla conoscenza del paesaggio. Gli indirizzi e il supporto informativo, metodologico e operativo sulla compatibilità paesaggistica dei progetti di trasformazione territoriale, corrispondono alla richiesta di un indispensabile avanzamento di qualità: per trovare una maggiore omogeneità di approccio, un minimo comune denominatore nell’elaborazione, presentazione, valutazione dei progetti, pur nell’articolazione degli approfondimenti e delle sperimentazioni condotte nelle regioni.
Il testo delle linee-guida – senza voler dettare regole rigide – da una parte fornisce chiavi di lettura del contesto paesaggistico, dall’altra esplicita le motivazioni paesaggistiche delle scelte progettuali.
La finalità principale è quella di dotare il progettista di una guida utile alla definizione e all’assunzione consapevole delle scelte progettuali: scelte che dovrebbero tenere specifico conto dei caratteri paesaggistici dei luoghi, senza limitarsi alla considerazione degli elementi ecologico-ambientali (metodologie senz’altro più diffuse e consolidate).
È nostro auspicio, quindi, che i suggerimenti delle linee-guida contribuiscano a migliorare gli elaborati (raramente ne sono stati presentati di adeguati, finora): l’omogeneità dei progetti, il loro colloquiare con i valori del paesaggio, consentirebbe a tutte le pubbliche amministrazioni di restringere il margine di discrezionalità che caratterizza le valutazioni della compatibilità paesaggistica dei progetti.
Il progetto eolico deve diventare occasione di progetto per un paesaggio di qualità.
Se è vero che non esiste luogo che non sia paesaggio, che non porti, cioè, con sé, espliciti valori culturali, allora nostro prioritario bisogno è che venga rivolta adeguata attenzione ai luoghi e alla conoscenza, come primo strumento di progettazione paesaggistica e di coinvolgimento delle comunità locali.