Nella nuova edizione della norma CEI 64-8 (ottava) si dice in:
“6.4.3.7.2 Misura della resistenza di terra
NOTA 2 – Per i sistemi TT, se la posizione dell’impianto (ad esempio urbano) è tale per cui non sia possibile nella pratica utilizzare due elettrodi di terra ausiliari, si potrà eseguire, in alternativa, la misura dell’impedenza dell’anello di guasto conforme a 6.4.3.7.3, che fornirà un valore in eccesso, a vantaggio della sicurezza. (Vedi in proposito la Guida CEI 64-14 “Guida alla verifica degli Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione”).”
Il quesito è il seguente: nei sistemi TT se la posizione dell’impianto (ed es. contesto non urbano) è tale per cui è possibile senza difficoltà eseguire la misura con i due elettrodi di terra ausiliari, in questo caso mi sembra di capire che la norma non concede l’alternativa di eseguire la misura dell’impedenza dell’anello di guasto o sbaglio?
Enrico Meloni
Nel contesto rappresentato è possibile, dopo valutazione del rischio, a discrezione del progettista o del verificatore utilizzare uno dei due metodi di misura, in alternativa o in casi specifici entrambi, con riferimento a quanto indicato nell’ art. 5.1.2 della Norma CEI 0-12 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica” di cui riportiamo una parte del testo.
5.1.2 Stato del neutro – collegamento a terra delle masse dell’impianto utente
….. ”Onde consentire il corretto intervento dei dispositivi di protezione di tipo differenziale (riconosciuti dalla Norma CEI 64-8 quali unici dispositivi praticamente adottabili ai fini del conseguimento della sicurezza contro i contatti indiretti) è necessario che:
– la messa a terra del neutro da parte del Distributore abbia un valore di Rn (vedi Fig. 1) inferiore a 180 Ω;
– la resistenza RE (che ricade sotto la responsabilità dell’Utente) abbia un valore opportunamente coordinato
con i requisiti indicati nella Norma CEI 64-8 art. 413.1.4.
La sussistenza di tale condizione deve essere verificata dal Distributore su richiesta dell’Utente, qualora si rilevi che il superamento del limite di 180 Ohm impedisca il corretto funzionamento delle protezioni differenziali dell’Utente medesimo. In questi casi l’Utente è tenuto a trasmettere al Distributore il rapporto tecnico comprovante il mancato funzionamento delle protezioni differenziali, redatto dall’impresa installatrice abilitata ai sensi del DM 37/08, ovvero da professionista iscritto all’albo, ovvero da ente di verifica di cui al DPR 462/01 (ASL, ARPA, INAIL o organismo abilitato).”
Nel caso di contesti “non urbani” il collegamento della messa a terra del neutro dell’ente distributore può avvenire a distanza significativa dall’impianto di terra “utente” con contestuale aumento del valore della Ra “resistenza dell’anello di guasto”, si deve pertanto accertare in fase di misura che il valore della Rn sia inferiore al valore indicato nell’art. 5.1.2 e che i valori misurati di Ra e RE garantiscano la verifica del coordinamento di cui all’art. 413.1.4.2 della Norma CEI 64-8/4.
Si riporta di seguito parte del testo l’articolo della CEI 64-14 ove viene dettagliato il metodo della misura della resistenza dell’anello di guasto e le diverse condizioni di applicabilità dello stesso.
2.3.2.1 Misura della resistenza di terra
2° metodo – metodo della misura della resistenza dell’anello di guasto
Questo metodo (Figura 7) applicato ai sistemi TT fornisce sempre un valore maggiore di quello ottenuto utilizzando il 1° metodo per cui, ai fini del coordinamento con i dispositivi di protezione, risulta sempre a vantaggio della sicurezza. La misura, effettuata con apposito strumento, comprende oltre al valore della resistenza del circuito di guasto dell’impianto utilizzatore (RE), anche quello della cabina (resistenza di terra del neutro), quello della resistenza equivalente secondaria del trasformatore e quello della resistenza delle linee (queste ultime due resistenze sono generalmente di valore trascurabile rispetto alla prima). Un valore accettabile della resistenza di terra rilevato con questo metodo di misura (dell’ordine di grandezza di quello teoricamente desumibile) è certamente un risultato corretto ed a vantaggio della sicurezza. Nel caso non fosse possibile accedere per la misura ad un punto a monte del dispositivo di protezione a corrente differenziale (né è possibile o agevole cortocircuitarla), è possibile utilizzare strumenti che, nei limiti delle applicazioni prevista dal costruttore, evitino l’intervento della protezione differenziale.
Qualora, invece, il valore della misura non possa essere ritenuto accettabile, perché troppo elevato ai fini del coordinamento con i dispositivi di protezione e nettamente superiore a quello teoricamente desumibile dal dispersore dell’utente è necessario utilizzare il 1° metodo di misura.