Dal 17 Settembre è possibile acquistare sul sito del Comitato Elettrotecnico Italiano la nuova edizione della Norma CEI 64-8. Come noto la Norma CEI 64-8 contiene le prescrizioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica di un impianto elettrico utilizzatore in bassa tensione, il cui fine è garantire la sicurezza dell’impianto elettrico e il suo funzionamento adatto all’uso e al luogo previsto. La settima edizione continuerà ad essere in vigore fino al 30 novembre 2021, dal primo di dicembre diventeranno operative le prescrizioni contenute nella nuova edizione.
1. L’ottava edizione della Norma CEI 64-8
Nove anni dopo la pubblicazione dell’edizion precedente, diviene dunque pubblica, in edizione consolidata, l’errata corrige di luglio 2012 e le seguenti varianti: V1 (luglio 2013), V2 (agosto 2015), V3 (marzo 2017), V4 (maggio 2017), la V5 (febbraio 2019). L’ottava edizione comprende anche il foglio di interpretazione IS1 alla variante V4 (dicembre 2017) e i testi dei progetti CEI C.1229 e C.1258 la cui inchiesta pubblica si era conclusa nei mesi di febbraio 2019 e aprile 2020. Non solo. Nel frattempo, infatti, ad agosto 2016, la Norma CEI 64-8 acquisiva una nuova parte, la Parte 8.1, dedicata all’efficienza energetica degli impianti elettrici. La settima edizione, che “andrà in pensione” il primo di dicembre, è rimasta in vigore oltre il doppio del tempo medio delle edizioni precedenti.
Riepilogando, quindi, la nuova edizione della norma impianti comprende otto parti dedicate a:
– Parte 1 “Oggetto, scopo e principi fondamentali” che specifica a quali impianti elettrici si applica la Norma CEI 64-8 e a quali non si applica;
– Parte 2 “Definizioni”, con le definizioni dei termini che ricorrono nella Norma CEI 64.8 necessarie per la comprensione dei requisiti normativi richiesti ad un impianto elettrico;
– Parte 3 “Caratteristiche generali”, con le prescrizioni relative alla configurazione circuitale degli impianti elettrici, ai loro sistemi di alimentazione, alla protezione contro le influenze esterne, alla compatibilità dei componenti elettrici tra di loro ed alle condizioni di manutenzione;
– Parte 4 “Prescrizioni per la sicurezza”, con le prescrizioni relative alle misure necessarie da adottare per garantire la sicurezza delle persone e dei beni. In particolare, sono trattate le prescrizioni riguardanti la protezione contro i contatti diretti ed indiretti, contro le sovracorrenti, e le prescrizioni riguardanti il sezionamento e il comando;
– Parte 5 “Scelta ed installazione dei componenti elettrici”, che fornisce le prescrizioni relative alla scelta ed alla installazione dei componenti elettrici necessari per l’attuazione delle misure di protezione trattate nella Parte 4;
– Parte 6 “Verifiche”, che riporta le prescrizioni relative alle verifiche iniziali e periodiche, (costituite da esami a vista e da prove) che devono essere eseguite in un impianto elettrico per accertare che le prescrizioni della Norma CEI 64-8 sono rispettate;
– Parte 7 “Ambienti ed applicazioni particolari”, che fissa le prescrizioni particolari alle quali devono soddisfare gli impianti elettrici realizzati negli ambienti e per le applicazioni particolari, che integrano, modificano o annullano le prescrizioni generali delle altre Parti della Norma CEI 64-8;
– Parte 8 ”Efficienza energetica degli impianti elettrici”, che tratta le prescrizioni e le raccomandazioni per il progetto di un impianto elettrico nel quadro di un approccio di gestione dell’efficienza energetica per ottenere il miglior servizio permanente funzionalmente equivalente con il consumo di energia elettrica più basso e nelle condizioni di disponibilità di energia e di equilibrio economico più accettabili.
Figura 1: le edizioni della Norma CEI 64-8, a partire dalla prima, del 1984, che sostituì la Norma CEI 11-1.
Le novità sono molte, alcune meno importanti (anche se interessanti, come ad esempio lo schema dell’articolo 21.5 sulle definizioni di alimentazione di emergenza, sicurezza e di riserva) , altre sostanziali. Oltre alle modifiche introdotte dalle 5 varianti indicate in premessa, nella nuova edizione si registrano le seguenti modifiche degne di nota:
– Sono state inserite numerose prescrizioni relative ai provvedimenti antincendio derivanti dall’applicazione del codice di prevenzione incendi dei Vigili del Fuoco;
– E’ stato modificato il capitolo 37 sugli impianti a livelli (ambienti residenziali);
– E’ stata inserita la tabella 51° relativa alla classificazione delle influenze esterne;
– E’ stata riscritta la parte 6 sulle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori;
– E’ stata modificata la parte 8-1 relativa all’efficienza energetica;
– E’ stata inserita la nuova parte 8-2 relativa ai “Prosumer” (utenti attivi).
Dal punto editoriale, infine, l’ottava edizione della Norma CEI 64-8 cambia completamente veste. I commenti che prima comparivano nelle pagine di sinistra della norma ora compaiono di seguito alle prescrizioni normative. Questo garantisce una maggiore fruibilità (anche per il formato elettronico) e un risparmio cospicuo di pagine stampate (meno di 700 invece di oltre 1000, a fronte di maggiori prescrizioni normative contenute).
2. Impianti residenziali
Sono state introdotte diverse modifiche sia al corpo normativo, sia alla famosa tabella A riguardante le dotazioni minime per gli impianti di livello 1, livello 2 e livello 3.
Viene “battezzato” QUA il quadro “di unità abitativa”, in analogia con la nomenclatura introdotta dalla Guida 306-2 (QSOA ecc.).
La nuova norma dispone che, “salvo impedimenti costruttivi dovuti alla struttura o alla tipologia dell’edificio, la colonna montante dell’impianto (a valle del contatore) e l’interruttore generale devono essere dimensionati per una potenza contrattualmente impegnata di almeno 6 kW (anche se la superficie dell’immobile è inferiore a 75 m2)”, mentre sparisce la prescrizione secondo la quale la sezione del montante deve essere di almeno 6 mm2.
Viene suggerito di predisporre la canalizzazione che colleghi il quadro dell’unità abitativa o il quadro alla base del montante, all’eventuale area individuale destinata al parcheggio degli autoveicoli in modo da consentire la ricarica di veicoli elettrici (secondo la Sezione 722). Tale canalizzazione deve permettere la posa dei cavi di potenza e di eventuali cavi di comunicazione elettronica in canali separati.
La norma richiama in maniera esplicita le prescrizioni previste dalla Specifica Tecnica CEI 64-21:
“Nel caso di impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale destinati ad essere utilizzati da parte di persone con disabilità o specifiche necessità, i requisiti della presente Sezione possono essere integrati, modificati o sostituiti da quanto previsto dalla Specifica Tecnica CEI 64-21”.
Richiami diretti sono rivolti anche alle Guide 64-50 (Edilizia ad uso residenziale e terziario
Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti di comunicazioni e impianti elettronici negli edifici – Criteri generali), 64-100 (Edilizia Residenziale – Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni), 100-7 (Guida per l’applicazione delle Norme sugli impianti per segnali televisivi, sonori e servizi interattivi) e 306-2 (Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali):
“Nella fase di progettazione si valuti la consistenza dell’impianto, in modo da assicurare la possibilità di integrare nuove soluzioni consentendo l’incremento di livello senza interventi sulle parti edili anche in momenti differiti nel tempo. Si vedano la Guida CEI 64-50 e la serie di Guide CEI 64-100/1,2,3”.
“Indicazioni utili sono contenute nelle Guide CEI 306-2, 64-100/1,2,3 e per gli impianti d’antenna nel capitolo “raccomandazioni” della Guida CEI 100-7”.
L’ultima riga della tabella A è riferita proprio alle dotazioni previste dalla Guida CEI 306-2 (STOA – scatola di terminazione ottica e QDSA – quadro di distribuzione segnali). La riga è da applicare nei casi previsti dall’introduzione dell’articolo 135-bis del testo unico dell’edilizia.
Tabella A: Dotazione minime per gli impianti, evidenziate in rosso le principali variazioni.
2.1 Dotazioni degli impianti
La norma specifica che per punto presa si intende il punto di alimentazione di una o più prese all’interno della stessa scatola. I punti presa devono essere distribuiti in modo adeguato nel locale, ai fini della loro utilizzazione e raccomanda che i punti presa previsti come inaccessibili e i punti di alimentazione diretti devono essere siano controllati da un interruttore di comando onnipolare.
Vengono elencate (l’elenco è esemplificativo e non esaustivo) 18 funzioni che possono o meno far parte di un sistema domotico:
1. Videosorveglianza
2. Allarme intrusione
3. Controllo accessi
4. Rivelazione e allarme incendio (UNI 9795), se non è prevista gestione separata
5. Antiallagamento e/o rivelazione fughe di gas 6. Gestione illuminazione con comandi
7. Gestione tapparelle, tende e coperture motorizzate
8. Gestione serramenti, porte, portoni, cancelli e sezionali motorizzati
9. Termoregolazione multizona per riscaldamento invernale e/o climatizzazione estiva
10. Gestione ventilazione meccanica forzata per qualità aria
11. Scenari programmabili
12. Gestione irrigazione monozona o multizona
13. Diffusione sonora
14. Controllo carichi per antiblackout e/o per limitazione potenza prelevata da rete
15. Controllo carichi per autoconsumo per efficientamento fonti rinnovabili
16. Monitoraggio flussi energetici (produzione e consumo)
17. Gestione della ricarica dei veicoli elettrici
18. Sistemi di accumulo elettrico
2.2 Tubi e spazi
I cavi devono essere sfilabili qualunque sia il livello dell’impianto, ad eccezione di elementi
prefabbricati o pre-cablati.
A tal fine, il diametro interno dei tubi protettivi di forma circolare deve essere almeno pari a 1,5
volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi che essi sono destinati a contenere. In
ogni caso il diametro nominale deve essere pari ad almeno:
• 25 mm per montanti e dorsali;
• 20 mm per tratti terminali.
Nelle cassette di derivazione, dopo la posa di cavi e morsetti, è opportuno lasciare uno spazio
libero pari a circa il 30% del volume della cassetta stessa (prima era richiesto il 20%).
Anche nei quadri deve essere previsto il 30% in più di spazio, da lasciare disponibile per futuri ampliamenti (la settima edizione della norma chiedeva il 15%), con un minimo di due spazi.
2.3 Prese
Le quantità di punti presa all’interno degli ambienti non subiscono variiazioni, tuttavia vengono riscritte diverse caratteristiche rispetto la precedente versione della Norma. Ad esempio, all’interno dello stesso locale viene meno il limite dell’entra-esci su due punti presa: è dunque possibile per l’installatore valutare l’opportunità di ricorrere all’entra-esci anche per tutte le prese di un locale.
La prescrizione di installare punti presa in prossimità dei punti TV viene estesa anche alle prese telefoniche e dati:
“Tutte le prese TV, dati, telefono, devono avere accanto almeno una presa energia. Inoltre,
almeno una delle prese TV dell’intera unità immobiliare richieste nella Tabella A, deve avere
accanto la predisposizione (posa tubi e scatole) per totale 6 prese energia. Se in luogo della
predisposizione di cui sopra, si installa un numero di punti prese equivalente questi vengono
conteggiati ai fini del numero minimo di punti prese richiesti nei locali”.
Svanisce l’obbligo di installare punti presa in corrispondenza delle porte di accesso ai locali, mentre viene introdotto il consiglio per i punti prese destinati presumibilmente ad alimentare elettrodomestici (fissi e/o mobili) di prevedere almeno una spina S30.
In cucina, è necessario almeno predisporre la canalizzazione (almeno da 20 mm di diametro) dal quadro (o da una scatola di derivazione) per l’alimentazione di un eventuale piano di cottura ad induzione.
2.4 Interruttori differenziali di tipo F
La nuova Norma raccomanda l’impiego di interruttori differenziali di tipo F (al posto che i tipo A previsti nella settima edizione), per la protezione dei circuiti che alimentano lavatrici e/o condizionatori fissi.
2.5 Protezione dalle sovratensioni
Vengono ricordate all’interno del capitolo 37 che la protezione contro le sovratensione deve essere realizzata secondo quanto indicato all’articolo 443 della Norma CEI 64-8. La protezione è fornita installando dispositivi di limitazione delle sovratensioni (SPD), la cui scelta e installazione deve essere effettuata in conformità con le indicazioni dell’articolo 534 (limitatori di sovratensione).
Per determinare se la protezione contro le sovratensioni transitorie di origine atmosferica è necessaria occorre calcolare il livello di rischio calcolato (CRL):
CRL = fenv / (LP × Ng)
Per i livelli 1 e 2 l’installazione di SPD nel Quadro di unità abitativa (QUA) se il livello di rischio calcolato è superiore a 1.000.
Al fine di calcolare il valore di CRL sono definiti fen (fattore ambientale) pari a 85·F in ambiente rurale e suburbano e 850·F in ambiente urbano, dove F rappresenta un coefficiente attualmente fissato uguale a 1 per tutti gli impianti, Ng la densità di fulminazione al suolo (fulmini per km2 per anno) nel punto in cui è presente la rete di alimentazione e la struttura collegata, mentre LP è la lunghezza del tratto sottoposto alla valutazione del rischio.
LP = 2 LPAL + LPCL + 0,4 LPAH + 0,2 LPCH
dove:
LPAL è la lunghezza (km) della linea aerea a bassa tensione;
LPCL è la lunghezza (km) del cavo interrato a bassa tensione;
LPAH è la lunghezza (km) della linea aerea ad alta tensione;
LPCH è la lunghezza (km) del cavo interrato ad alta tensione.
La lunghezza totale (LPAL + LPCL + LPAH + LPCH) è limitata a 1 km o alla distanza dal primo dispositivo di protezione dalle sovratensioni installato nella rete di alimentazione all’ingresso dell’impianto, scegliendo la minore fra le due. Inoltre, se le lunghezze dei tratti non sono note (o lo sono solo parzialmente), la Norma CEI 64-8 consiglia di porre il valore di LPAL sia posto uguale alla distanza residua per raggiungere una lunghezza totale di 1 km.
Al di là delle formule, che di fatto rendono l’installazione sempre obbligatoria, e delle prescrizioni specifiche per gli ambienti domestici, la Norma suggerisce di consultare la Parte 443 e la parte 534 per verificare la necessità di installare ulteriori SPD (e sceglierne il tipo) all’interno dell’unità abitativa nei casi previsti. Il consiglio resta quello di fare riferimento alle Norme del CT81.
3. Influenze esterne
Una novità rilevante (almeno per il numero di pagine che occupa) è rappresentata dall’allegato 51A (informativo) sulle influenze esterne.
Una “tabellona” smisurata, derivata dalle norme internazionali, che ricorda al progettista che i componenti elettrici devono essere scelti e messi in opera secondo determinati requisiti.
La tabella fornisce un elenco di caratteristiche che i componenti elettrici devono possedere in accordo alle influenze esterne ai quali i componenti potrebbero essere soggetti.
Se un componente elettrico non ha, per costruzione, le caratteristiche adeguate alle influenze esterne del luogo di installazione, può, ciò nonostante, essere utilizzato a condizione che gli sia fornita un’adeguata protezione supplementare al momento della messa in opera dell’impianto.
Difficile pensare all’applicazione pratica della tabella, tuttavia funziona più o meno così:
La prima lettera fa riferimento alla categoria generale di influenza esterna, la seconda lettera indica la natura dell’influenza esterna, il numero rappresenta la classe dell’influenza esterna. Ad esempio il codice “AC2” si traduce in “Altitudine maggiore a 2000 m”, come spiegato in figura 2.
Figura 2: Note all’allegato 51A
4. Verifiche
La parte 6 è stata revisionata completamente e riporta alcune novità piuttosto importanti in materia di esame a vista, periodicità dei controlli e sulle modalità di esecuzione di alcune prove e misure. Inoltre la nuova norma suggerisce le attività minime da eseguire nei vari contesti, con riportato il riferimento al paragrafo dedicato:
Verifiche iniziali:
a) prova di continuità dei conduttori (vedere 6.4.3.2);
b) misura della resistenza di isolamento (vedere 6.4.3.3);
c) misura della resistenza di isolamento per verificare l’efficacia della protezione mediante SELV, PELV o separazione elettrica (vedere 6.4.3.4);
d) misura della resistenza di isolamento per verificare l’efficacia della resistenza/impedenza del pavimento e delle pareti (vedere 6.4.3.5);
e) prova di polarità (vedere 6.4.3.6);
f) prove e misure per verificare l’efficacia della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione (vedere 6.4.3.7);
g) prova e/o misura per verificare l’efficacia delle protezioni addizionali (vedere 6.4.3.8);
h) prova della sequenza delle fasi (vedere 6.4.3.9);
i) prove di funzionamento (vedere 6.4.3.10);
j) misura della caduta di tensione (vedere 6.4.3.11).
Per quanto riguarda le verifiche periodiche il nuovo capitolo richiede che nello svolgimento della verifica periodica, le registrazioni e le raccomandazioni originate dalle verifiche precedenti siano tenute in considerazione e che se non è disponibile nessun rapporto precedente, è necessario effettuare un’indagine preliminare.
La verifica periodica, secondo il nuovo documento, deve essere effettuata mediante esame a vista e prove per assicurare:
a) la sicurezza delle persone e degli animali domestici contro i contatti elettrici e le ustioni;
b) la protezione contro i danni alle cose dall’incendio e dal calore che si produce a seguito di guasti nell’impianto;
c) la conferma della correttezza dei valori nominali e delle regolazioni dei dispositivi di protezione richiesti dalla norma;
d) la conferma della correttezza dei valori nominali e delle regolazioni dei dispositivi di monitoraggio;
e) la conferma che l’impianto non è danneggiato o deteriorato in modo da ridurre la sua sicurezza e la sua funzionalità;
f) l’identificazione dei difetti dell’impianto e la non conformità alle prescrizioni delle corrispondenti parti della Norma, che possono dar luogo a pericolo.
Viene inserita anche la seguente annotazione, nel caso di RCM o IMD: “Quando un circuito è monitorato in modo permanente da un RCM (indicatore di corrente differenziale) conforme alla CEI EN 62020, o da un IMD (dispositivo per controllo di isolamento nei sistemi IT) conforme alla CEI EN 61557-8, non è necessario misurare la resistenza d’isolamento, se il funzionamento del dispositivo RCM o IMD è corretto. Il funzionamento dei dispositivi RCM o IMD deve essere verificato, almeno azionando il pulsante di prova”.
4.1 Esame a vista
Vengono aggiunte all’elenco di azioni necessarie per un corretto esame a vista il coordinamento e la selettività delle protezioni; scelta, posizionamento e installazione degli SPD; le misure di protezione contro i disturbi elettromagnetici; scelta e installazione del sistema di cablaggio:
d) scelta, taratura, selettività e coordinamento dei dispositivi di protezione e di monitoraggio (Capitolo 53 Sezioni 536 e 570);
e) scelta, posizione ed installazione di idonei dispositivi di protezione contro le sovratensioni (SPD) dove specificato Capitolo 53 Sezione 534);
n) misure di protezione contro disturbi elettromagnetici (Sezione 444);
p) scelta e messa in opera del sistema di cablaggio (Sezioni 521 e 522).
4.2 Periodicità dei controlli
Vengono fornite inoltre frequenza della verifica periodica “La frequenza della verifica periodica di un impianto deve essere determinata in funzione del tipo di impianto e delle apparecchiature, del loro uso e funzionamento, della frequenza e ella qualità della manutenzione e delle influenze esterne a cui l’impianto è soggetto”.
La norma si esprime anche sulla periodicità degli interventi che, in bassa tensione può essere di alcuni anni, comunque non superiore a 5 anni, con l’eccezione dei casi in cui, esistendo un maggiore rischio, possono essere richiesti intervalli più brevi, comunque
non superiori a due anni, per esempio:
• gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio (Sezione 751);
• i locali medici (Sezione 710);
• i cantieri di costruzione e demolizione (Sezione 704).
Negli impianti elettrici soggetti ad un efficiente sistema di sorveglianza per la manutenzione preventiva nell’uso normale, le verifiche periodiche possono essere sostituite da un adeguato sistema di sorveglianza e di manutenzione continue degli impianti e di tutti i loro componenti da parte di persone esperte nei sistemi di sorveglianza e manutenzione. Devono essere effettuate appropriate registrazioni che include almeno:
• l’indicazione delle parti dell’impianto verificate;
• eventuali limitazioni sulle verifiche e le prove effettuate;
• qualsiasi danno, deterioramento, guasto o condizione pericolosa riscontrata;
• eventuali non conformità con le prescrizioni della presente Norma riscontrate, che possano dare origine ad un pericolo;
• i risultati delle appropriate prove effettuate;
• la raccomandazione relativa all’intervallo di tempo entro cui effettuare la successiva verifica periodica.
4.3 Modalità di esecuzione di prove e misure
Novità rilevanti per l’esecuzione di alcune misure e prove, ovvero per la misura della resistenza di terra, la misura dell’impedenza dell’anello di guasto e per la prova degli interruttori differenziali:
4.3.1 Misura della resistenza di terra
La misura della resistenza di terra, quando prescritta (vedere 413.1.4.2 per i sistemi TT, 413.1.3.7 per i sistemi TN e 413.1.5.2, per i sistemi IT), deve essere effettuata con un metodo appropriato.
Quando la misura della resistenza non è possibile, questa può essere anche calcolata.4.3.2 Misura dell’impedenza dell’anello di guasto
La rispondenza alle prescrizioni di 413.1.3 della Norma CEI 64-8 deve essere verificata mediante:
1) la misura dell’impedenza dell’anello di guasto, quando possibile (vedere 6.4.3.7.3). In alternativa, quando la misura dell’impedenza dell’anello di guasto non sia possibile, la verifica della continuità elettrica dei conduttori di protezione (vedere 6.4.3.2) è considerata sufficiente, a condizione che siano disponibili i calcoli dell’impedenza dell’anello di guasto o della resistenza del conduttore di protezione, corrispondenti all’impianto come realizzato (vedere 6.4.1.2);
NOTA – La documentazione di progetto rappresenta un’informazione necessaria.
4.3.3 Prova degli interruttori differenziali
A differenza di quanto prescritto dalla precedente edizione della Norma, che non prevedeva la registrazione del tempo di intervento delle protezioni, la nuova edizione stabilisce che la prova di un interruttore differenziale ha esito positivo solo se il tempo di intervento risulta inferiore a quanto prescritto dal capitolo 41 in materia di protezione contro i contatti indiretti (5 s per i circuiti di distribuzione o 0,4 s per i circuiti terminali): “Si raccomanda di verificare i tempi di interruzione richiesti dal Capitolo 41 della presente Norma. In particolare, le prescrizioni per i tempi di interruzione devono essere verificati per una aggiunta o una modifica ad un impianto esistente, nel caso in cui i dispositivi di protezione differenziale vengano utilizzati anche come dispositivi di interruzione per tali aggiunte e modifiche”.