Gli effetti del Superbonus e le Norme CEI applicabili a questi luoghi di lavoro, in attesa della nuova edizione della Guida CEI 64-17
Da alcuni mesi si succedono opinioni contrastanti circa i vantaggi che possono derivare dall’innalzamento della detrazione fiscale al 110% (Superbonus) per gli interventi di:
– isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessi più del 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio con il miglioramento di almeno 2 classi energetiche dell’edificio (lavori eseguiti nel periodo compreso fra il 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022);
– sostituzione dell’impianto di riscaldamento con caldaie a condensazione in classe A o alle pompe di calore (lavori eseguiti nel periodo compreso fra il 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022);
– adeguamento sismico nelle zone 1, 2 e 3 (spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021).
Il decreto rilancio consente di usufruire del Superbonus anche per alcuni interventi aggiuntivi purché realizzati congiuntamente a uno degli interventi principali. Gli interventi aggiuntivi riguardano la sostituzione di finestre e infissi, l’installazione di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e di impianti fotovoltaici e di sistemi di accumulo, l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Cantieri edili
Testimoni dell’interesse suscitato per l’innalzamento della detrazione Irpef e Ires al 110% sono il crescente numero dei nuovi cantieri aperti in questi mesi.
Cantieri che, se da un lato rimettono in moto l’attività edilizia e gli investimenti, tanto preziosi in questa epoca di pandemia, dall’altro riaccendono i riflettori sotto un altro aspetto: la sicurezza.
Per quanto riguarda i rischi di natura elettrica, il riferimento per gli impianti elettrici nei cantieri è la Norma CEI 64-8, di cui attendiamo a breve l’emanazione dell’ottava edizione.
In particolare, questi impianti sono soggetti alle prescrizioni normative della Sezione 704, mentre la Guida CEI 64-17 fornisce le informazioni per la realizzazione degli impianti elettrici di cantiere e le raccomandazioni per i circuiti alimentati tramite prese a spina utilizzabili da personale non addestrato e destinati ad alimentare gli apparecchi utilizzatori di cantiere.
Questi circuiti rappresentano il punto critico dell’impianto di cantiere, perché si tratta di circuiti che devono necessariamente seguire l’evoluzione delle lavorazioni. Sono pertanto soggetti a possibili danni meccanici (urti e vibrazioni) e, nel caso di cantieri situati all’aperto, danni a causa delle condizioni atmosferiche o alla presenza di polveri. Altri fattori critici possono essere l’uso da parte di personale non addestrato (uso improprio di adattatori o di apparecchi utilizzatori) e condizioni di scarsa illuminazione.
Fra le prescrizioni richieste per i componenti elettrici utilizzati in cantiere troviamo quello relativo ai quadri elettrici che devono rispettare le condizioni previste dalla Norma CEI EN 61439-4 (quadri ASC). I quadri ASC hanno tensione nominale fino a 1.000 V in corrente alternata o fino a 1.500 V in corrente continua e grado di protezione minimo IP 44 con porte chiuse, pannelli e piastre montati.
Le prese a spina devono essere di tipo industriale con grado di protezione IP 44. Per le prese a spina soggette a immersione anche temporanea, il grado di protezione minimo è IP 67. L’uso di adattatori è ammesso solo per alimentare temporaneamente piccoli apparecchi utilizzatori dotati di spina per uso domestico e similare.
Al fine di garantire una maggiore protezione dei circuiti, i cavi flessibili devono essere del tipo H07RN-F o equivalente, resistenti all’abrasione e all’acqua.
Laddove sia necessario, inoltre, occorre prevedere servizi di sicurezza per proteggere le persone in caso di pericolo o garantire l’alimentazione di servizi essenziali al fine di permettere l’evacuazione da un ambiente pericoloso.
Gli impianti elettrici nei locali di servizio di un cantiere, invece, sono esclusi dalle prescrizioni particolari della Sezione 704 della Norma CEI 64-8.
Impianto di terra
Nei cantieri alimentati in bassa tensione (Sistema TT), il dimensionamento dell’impianto di terra deve essere coordinato con la corrente nominale del dispositivo di protezione a corrente differenziale secondo la seguente relazione:
RE · Idn ≤ 25 V
dove:
RE è la resistenza del dispersore in ohm;
Idn è la corrente nominale differenziale in ampere.
25 V è la tensione di contatto limite convenzionale UL ammessa nei cantieri edili.
Un’altra prescrizione normativa in questi luoghi è quella riguardante le masse estranee intese come parti metalliche non facenti parte dell’impianto elettrico che hanno un valore di resistenza verso terra minore di 200 Ω.
Informazioni per la realizzazione degli impianti di terra sono contenute nell’edizione 2019 della Guida CEI 64-12, la quale contiene anche i vantaggi economici e tecnici che si possono ottenere con un tempestivo e coordinato intervento degli operatori elettrici, prima e durante la costruzione delle opere edili.
In caso di cantieri per la ristrutturazione edilizia (ad esempio un condominio che esegue i lavori oggetto del Superbonus), potrà essere utilizzato l’impianto di terra esistente per eseguire la protezione contro i contatti indiretti dell’impianto elettrico di cantiere, verifica del coordinamento con i dispositivi di protezione differenziale.
Laddove sia necessario, infine, l’impianto di terra potrà essere utilizzato anche per la protezione contro la fulminazione diretta.
Ricordo che l’installazione dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e dei dispositivi di messa a terra di impianti elettrici (nonché degli impianti elettrici pericolosi) è soggetto ad obbligo di denuncia da parte del datore di lavoro con la consegna della dichiarazione di conformità degli impianti alla regola dell’arte.
Verifiche iniziali e verifiche periodiche
Al termine dei lavori dovranno essere eseguite le verifiche sull’impianto, le cui prescrizioni sono contenute nella Parte 6 della Norma CEI 64-8. La revisione della parte 6 è stata oggetto di inchiesta pubblica nel mese di febbraio 2019 e farà parte della nuova edizione della Norma CEI 64-8.
I criteri da seguire nel corso delle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori sono contenuti nella Norma CEI 64-14, la cui variante V1 è stata oggetto di inchiesta pubblica a fine 2020.
Secondo quanto indicato dalla Norma CEI 64-8, le verifiche comprendono esami a vista e prove strumentali da eseguire sull’impianto elettrico allo scopo è di accertare il rispetto delle prescrizioni normative e che i componenti siano privi di danneggiamento.
Fra le prove troviamo la:
– prova di continuità dei conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali;
– misura della resistenza di isolamento;
– verifica dell’efficacia della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione;
– misura della caduta di tensione.
Figura 1 – Misura della resistenza di terra.
Disposizioni legislative
Secondo quanto previsto dal DM 37/08, una volta ultimato l’impianto elettrico, l’impresa installatrice deve rilasciare una dichiarazione di conformità. Non è l’unico obbligo legislativo posto in capo all’impresa installatrice. Questa, infatti, è responsabile della progettazione (da parte del responsabile tecnico dell’impresa), dell’esecuzione e della verifica degli impianti elettrici di cantiere. Pur essendo auspicabile per i cantieri di grosse dimensioni, infatti, la progettazione da parte di un professionista iscritto all’Albo professionale non è obbligatoria.
Ai cantieri edili si applicano anche le disposizioni del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Antonello Greco