Vorrei sapere se in materia prevenzione incendi e sicurezza dei vigili del fuoco, in caso di incendio, quando i vigili del fuoco aziona lo sgancio del circuito, interrompe anche il circuito che alimenta gli inverter dell’impianto fotovoltaico, ma il mio dubbio è la parte di circuito che va dagli inverter ai pannelli fotovoltaici che resta alimentato perché il gruppo di pannelli non si possono spegnere a meno che non capiti di notte. Le normative cosa dicono in merito?
M. Foppolo
I principali documenti che disciplinano l’installazione di un impianto fotovoltaico, cui si rimanda per maggior dettaglio, sono i seguenti:
– CEI 64-8 Sezione 712;
– Circolare DCPREV n.1324 del 07/02/2012;
– Circolare DCPREV n.6334 del 04/05/2012;
– Guida CEI 82-25;
– Guida CEI 81-28.
Le norme indicate prevedono l’installazione di un dispositivo di emergenza il cui scopo è quello di procedere al sezionamento dell’alimentazione all’interno del fabbricato alimentato dal generatore fotovoltaico per evitare che un guasto elettrico innescante possa rimanere alimentato in caso di disservizio dei dispositivi di protezione e/o per evitare che in caso di incendio nel locale i soccorritori possano essere soggetti al rischio di folgorazione per degrado termico dell’isolante di una parte attiva.
In merito al rischio di folgorazione nelle operazioni di estinzione di un generatore fotovoltaico in fiamme, si fa presente che il Dipartimento dei Vigili del fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, con lettera PROTEM 7190/867 del 28/11/2013 ha chiarito che il rischio di folgorazione è da ritenersi trascurabile già alla distanza di 1m dal generatore in caso di impiego di manichette dotate di lance UNI 45 del tipo “UNI EN 671-2 a getto frazionato con bocchello di erogazione non superiore a 9 mm.
Infine, per quanto riguarda il rischio di folgorazione in caso di guasto a terra del generatore per degrado termico da incendio, bisognerebbe verificare che il valore della tensione di contatto, dovuta al un singolo guasto a valle di un quadro di parallelo, sia inferiore a quello pericoloso individuato dalla norma CEI 64-18