Nell’officina in oggetto l’impianto è stato realizzato prima del ’90. Realizzato con cavi rigidi di sezione 6 mmq circa, esegue un percorso ad anello lungo il perimetro dell’officina ed è posato sotto intonaco. Per ogni punto di prelievo vi è un quadretto con sezionatore con fusibili tripolari, i vecchissimi Bticino corpo in ceramica e fusibili di riserva sul contenitore, posto a protezione della presa trifase, mentre la presa monofase è soltanto derivata a monte del sezionatore. Corre l’obbligo di sostituire il tutto, ma la mia domanda è questa: se mettessi sotto il contatore una protezione magnetotermica differenziale e, per ogni quadretto, la sola protezione magnetotermica trifase e monofase, posso considerare “adeguato” l’impianto elettrico? P=6 kw: ponte 1,5kw; gruppo revisione 3 kw; compressore aria 1kw; luci 0,9 kw, ecco le potenze in gioco quasi precise.
Pasquale Gallicchio via form
Se l’officina ha superficie superiore a 200 mq si rientra negli obblighi di progettazione a cura di libero professionista iscritto ad albo professionale di cui all’art. 5 coma 2 c del DM 37/08, in questo caso le determinazioni nel merito delle recupero di quanto esistente sono di esclusiva competenza del progettista.
Art. 5. Progettazione degli impianti
1. Per l’installazione, la trasformazione e l’ampliamento degli impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettere a), b), c), d), e), g), e’ redatto un progetto. Fatta salva l’osservanza delle normative piu’ rigorose in materia di progettazione, nei casi indicati al comma 2, il progetto e’ redatto da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta mentre, negli altri casi, il progetto, come specificato all’articolo 7, comma 2, e’ redatto, in alternativa, dal responsabile tecnico dell’impresa installatrice.
2. Il progetto per l’installazione, trasformazione e ampliamento, e’ redatto da un professionista iscritto agli albi professionali secondo le specifiche competenze tecniche richieste, nei seguenti casi:
a) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera a), per tutte le utenze condominiali e per utenze domestiche di singole unita’ abitative aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o per utenze domestiche di singole unita’ abitative di superficie superiore a 400 mq;
b) impianti elettrici realizzati con lampade fluorescenti a catodo freddo, collegati ad impianti elettrici, per i quali e’ obbligatorio il progetto e in ogni caso per impianti di potenza complessiva maggiore di 1200 VA resa dagli alimentatori;
c) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera a), relativi agli immobili adibiti ad attivita’ produttive, al commercio, al terziario e ad altri usi, quando le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o qualora la superficie superi i 200 mq;
d) impianti elettrici relativi ad unita’ immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti soggetti a normativa specifica del CEI, in caso di locali adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di incendio, nonche’ per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200 mc;
e) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera b), relativi agli impianti elettronici in genere quando coesistono con impianti elettrici con obbligo di progettazione;
f) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera c), dotati di canne fumarie collettive ramificate, nonche’ impianti di climatizzazione per tutte le utilizzazioni aventi una potenzialita’ frigorifera pari o superiore a 40.000 frigorie/ora;
g) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera e), relativi alla distribuzione e l’utilizzazione di gas combustibili con portata termica superiore a 50 kw o dotati di canne fumarie collettive ramificate, o impianti relativi a gas medicali per uso ospedaliero e simili, compreso lo stoccaggio;
h) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera g), se sono inseriti in un’attivita’ soggetta al rilascio del certificato prevenzione incendi e, comunque, quando gli idranti sono in numero pari o superiore a 4 o gli apparecchi di rilevamento sono in numero pari o superiore a 10.
3. I progetti degli impianti sono elaborati secondo la regola dell’arte. I progetti elaborati in conformita’ alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell’UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economico europeo, si considerano redatti secondo la regola dell’arte.
4. I progetti contengono almeno gli schemi dell’impianto e i disegni planimetrici nonche’ una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, della trasformazione o dell’ampliamento dell’impianto stesso, con particolare riguardo alla tipologia e alle caratteristiche dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare.
Nei luoghi a maggior rischio di incendio e in quelli con pericoli di esplosione, particolare attenzione e’ posta nella scelta dei materiali e componenti da utilizzare nel rispetto della specifica normativa tecnica vigente.
5. Se l’impianto a base di progetto e’ variato in corso d’opera, il progetto presentato e’ integrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti, alle quali, oltre che al progetto, l’installatore e’ tenuto a fare riferimento nella dichiarazione di conformita’.
6. Il progetto, di cui al comma 2, e’ depositato presso lo sportello unico per l’edilizia del comune in cui deve essere realizzato l’impianto nei termini previsti all’articolo 11.
Medesima considerazione si applica se l’officina viene classificata come luogo a maggior rischio in caso d’incendio. Non sussistendo le due ipotesi precedenti l’installatore dovrà redigere il progetto ai sensi dell’art. 5 comma 1 e dell’art. 7 comma 2. Nulla osta al riutilizzo dei conduttori previa misura della loro resistenza di isolamento e verifica del rispetto del corretto codice colori. La sua ipotesi di “adeguamento” è condivisibile con le premesse sopraesposte.