Negli scorsi giorni sono state approvate dall’AEEG due diverse delibere con cui sono stati fissati i rimborsi ai cosiddetti “nuovi entranti” italiani nel sistema ETS (Emission Trading Scheme).
In particolare con i due provvedimenti si dà seguito a disposizioni approvate dal Governo in carica nel 2010.
I rimborsi determinati dall’AEEG rappresentano un regalo alle fonti fossili inquinanti e mettono in luce come lo schema di emission trading adottato a livello europeo sia non solo inefficace ma addirittura controproducente.
Nella lista delle aziende che beneficeranno del rimborso c’e’ anche ILVA. L’impianto in questione riceverà ben 3 milioni di euro. Le imprese destinatarie sono tutte imprese, che avendo dovuto acquistare di tasca propria i certificati che permettevano loro di immettere nell’atmosfera CO2 e/o altri gas climalteranti, ora vengono “premiate” con un rimborso pro-quota secondo criteri definiti dall’AEEG e in conformità ad una legge di tre anni fa.
Se realmente si vuole una transizione verso un’economia low carbon sono necessarie riforme tese a evitare contributi distorsivi come quelli determinati dalle delibere dello scorso 26 luglio. Guardando agli obiettivi 2030 le fonti fossili e quelle rinnovabili potranno essere in reale competizione in assenza d’incentivi, solo se le fonti fossili saranno davvero chiamate a pagare i costi derivanti dalle esternalità per l’ambiente e la salute.
“Assistiamo a una liberalità ingiustificata a favore delle fonti inquinanti – commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente assoRinnovabili – perché proprio mentre si criticano le rinnovabili e i presunti costi per il loro sviluppo determinando lo stop agli incentivi e l’estensione della Robin Tax, si distribuiscono 160 milioni di euro di contributi pubblici in favore dei combustibili fossili. E’ tempo che l’Italia assuma posizioni chiare e coerenti per definire un prezzo minimo della co2, si batta per diminuire le emissioni autorizzate e termini di dare contributi a favore delle fonti fossili“.
Fonte: APER