“Programmiamo la crescita“: è questo il tema posto al centro del dibattito nel corso dell’Assemblea annuale di ANIE Confindustria, dedicata alle infrastrutture quale motore di sviluppo per il rilancio dell’economia che si è svolta a Milano, lo scorso lunedì.
Tra i relatori, oltre al Presidente di ANIE Confindustria Claudio Andrea Gemme, anche il Vicepresidente della Commissione Europea e commissario responsabile di Industria e imprenditoria Antonio Tajani, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.
ANIE ha presentato la roadmap per tornare a crescere in cinque punti:
1. Ritornare alla manifattura, supportando gli investimenti in ricerca e sviluppo;
2. Passare dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) al Piano Energetico Nazionale (PEN) con un programma di messa in sicurezza e riqualifica energetica degli edifici privati e pubblici e un piano di revamping degli impianti industriali; favorire inoltre il passaggio dalla generazione centralizzata a quella distribuita, agendo sulla rete con un approccio smart;
3. Definire un piano dei trasporti realistico, integrato e sostenibile, attraverso il potenziamento della manutenzione ordinaria e straordinaria sulla rete e sulla flotta rotabile;
4. Fare filiera per presentarsi sui mercati stranieri come “Sistema Paese Italia”;
5. Investire sulla formazione professionale dei giovani, favorendo la staffetta generazionale e il trasferimento della “conoscenza tacita”.
Un 2012 di sofferenza
L’industria elettrotecnica ed elettronica, che rappresenta l’8% del fatturato aggregato del manifatturiero, il 9% delle esportazioni e l’8% dell’occupazione totale, ha chiuso il 2012 con questi numeri:
63 miliardi di euro la dimensione del fatturato aggregato (erano 71 miliardi nel 2011);
29 miliardi di euro le esportazioni (29 miliardi anche nel 2011);
425 mila gli addetti (450 mila nel 2011).
A fine 2012 il fatturato aggregato dei settori ANIE, includendo il segmento fotovoltaico in forte sofferenza, ha registrato un calo annuo del 12,1% che si somma al – 4,2% sperimentato nel 2011.
Quindi nel biennio 2011-2012 il fatturato è crollato del 16%, la produzione industriale del 15%, il portafoglio ordini del 20%. La distanza dei volumi di produzione industriale dal picco ciclico pre-crisi registrato nel 2007 resta ampia e vicina al 30%. Si è toccato il livello minimo da inizio anni ’90, facendo un balzo indietro di 25 anni.
Preoccupa il continuo calo della domanda interna che, per alcune tecnologie, è stato drammatico. E’ il caso, nell’area energia, dei trasformatori e delle stazioni di alta tensione che hanno visto nel 2012 una flessione del fatturato nazionale rispettivamente del 30% e del 15%.
Guardando più in generale alle tecnologie per la generazione di energia elettrica da fonti tradizionali la caduta è stata vicina al 15%, mentre il segmento fotovoltaico ha registrato una flessione del 40%. Hanno evidenziato un calo del 20% anche i comparti cavi e componenti elettronici. La debolezza del mercato interno è strutturale (i risultati negativi di questi anni seguono ad un decennio già di bassa crescita) e non può essere compensata dall’apertura ai mercati esteri. Nell’ultimo triennio il ritmo di crescita delle esportazioni dei settori ANIE si è notevolmente ridotto, soffrendo il rallentamento della ripresa globale. Nel 2012 le esportazioni settoriali, che l’anno precedente avevano evidenziato una maggiore tenuta (+ 5,3%) hanno registrato una forte riduzione (- 0,6%). Le strategie di espansione nei mercati extra europei più dinamici hanno arginato solo in parte l’andamento negativo dell’area europea (- 4,5%).
Una risposta concreta: investire nei giovani
Consapevole che per progettare l’innovazione, districarsi nei nuovi mercati e gestire il cambiamento, la formazione professionale riveste un’importanza cruciale, il Comitato Tecnico Education di ANIE Confindustria ha recentemente promosso un’indagine tra le aziende socie (vedi scheda allegata) per mettere meglio a fuoco le peculiarità del rapporto scuola-impresa nei settori elettrotecnico ed elettronico. Le risposte raccolte evidenziano che, pur in un anno estremamente difficile come il 2013, si stima che le aziende ANIE assumeranno almeno 2 mila laureati, tra i quali 1.500 ingegneri e 2 mila diplomati.
“Il vero patrimonio di una azienda sono i suoi lavoratori – ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, Presidente ANIE – La valorizzazione di questo capitale è ancora più importante per le nostre imprese, in cui la componente tecnologica e di specializzazione è molto alta. Uno degli elementi sui quali si fonda il successo delle aziende è rappresentato dalla capacità di trasferire ai giovani la cosiddetta ‘conoscenza tacita’ che le persone accumulano durante la loro vita lavorativa. ANIE è pronta a lavorare su questo tema, anche con progetti sperimentali di trasmissione di conoscenza alle giovani generazioni nel quadro di una maggiore flessibilità in uscita e di un più generale avvicinamento tra scuola e impresa”