Dal primo luglio 2010 è possibile per gli utenti in maggior tutela (domestici e piccole utenze) usufruire della tariffa bioraria.
In pratica si paga un prezzo inferiore l’energia consumata dalle 19:00 alle 8:00.
L’energia infatti ha un costo maggiore tra le 8 e le 19, quando la richiesta è maggiore (secondo la legge della domanda e offerta, come tutte le cose).
Nelle ore centrali della giornata anche il costo di produzione aumenta, perchè per il servizio di punta è necessario attivare centrali di produzione a minore rendimento.
La tariffa bioraria non è mai stata ampiamente sfruttata. Innanzitutto per il risparmio ridotto (dai 3 ai 5 euro su una bolletta di 150 spostando in fascia notturna il 20% dei consumi) e poi per l’impossibilità pratica di spostare l’utilizzo dell’energia in fascia notturna (una lavatrice alle 2 di notte in condominio…).
Se per l’utente la bioraria si è rivelata subito un flop, ora anche per il Distributore iniziano i problemi. Nella “progttazione” della tariffa bioraria non è stato preso in considerazione il contributo degli impianti fotovoltaici, ormai diffusissimi e con una potenza installata non trascurabile, grazie agli incentivi erogati dal conto energia.
Nelle ore centrali della giornata la produzione fotovoltaica aumenta, diminuendo i carichi (autoconsumo) e aumentando la quantità di energia immessa in rete.
Secondo Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni “Le tariffe biorarie vennero introdotte per ottenere due obiettivi entrambi desiderabili, il primo – continua – era quello di consentire agli italiani di distribuire meglio i loro consumi elettrici nell’arco della giornata e. quindi. di spendere meno: il secondo, rendere più efficiente la gestione del parco di generazione italiana smorzando i picchi di domanda. Spostando. cioè. i consumi dai picchi di domanda ai picchi minimi“.
Ma il meccanismo era nato quando il modello di riferimento era quello di tre anni fa “dominato cioè dalle centrali a gas, ove i picchi di consumo si verificavano nelle ore centrali della giornata e in particolare tra le 11:00 e le 12:00. L’idea di fondo era quella di far pagare meno l’energia dalla tarda serata in poi, smorzando cosi il culmine di mezzogiorno“. L’obiettivo era stato raggiunto. “La mossa aveva funzionato, grazie alla campagna informativa che convinse gli italiani della convenienza ad accendere la lavatrice dopo le 19:00. Nel frattempo, tra il 2010 e il 2011 è stata installata un’enorme capacità di produzione da fonti rinnovabili. specie dal fotovoltaico. I pannelli solari producono energia soprattutto al mattino mentre smettono rapidamente di funzionare attorno alle 17:00 quando inizia a calare il sole. A quel punto le centrali a gas. sono obbligate a una rampa di produzione molto ripida“.
In questo contesto, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, ha pubblicato un documento per la consultazione che si inquadra nel procedimento avviato con la deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas 15 settembre 2011 ARG/elt 122/11 per la formazione di provvedimenti in materia di corrispettivi PED differenziati nel tempo applicati ai clienti del servizio di maggior tutela, anche al fine di valutare la coerenza dell’attuale struttura di tali corrispettivi rispetto all’obiettivo relativo al trasferimento del corretto segnale di prezzo.
Le proposte dell’AEEG sono due: o una riduzione della fascia notturna dalle 23:00 alle 7:00 con un drastico abbattimento dei costi notturni, o una tariffazione trioraria strutturata nel modo indicato in tabella:
La fascia F1 (la più cara) dalle 8:00 alle 20:00 da lunedì a venerdì.
La fascia F2 (intermedia) dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 20:00 alle 24:00 dal lunedì al venerdì e dalle 7:00 alle 24:00 il sabato.
La fascia F3 (economica) fino alle 7:00 tutti i giorni e tutto il giorno nei festivi.