Il progetto Desire-net è stato avviato dall’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) nel 2006, con l’obiettivo di promuovere l’impiego delle fonti rinnovabili di energia nei paesi in via di sviluppo delle aree dell’Europa dell’est, dei Balcani e dell’area mediterranea.
Dal primo ottobre, la nuova versione del sito www.desire-net.enea.it consente di accedere gratuitamente a corsi di formazione on-line e a video lezioni sui temi delle fonti rinnovabili di energia, sull’uso razionale dell’energia e sullo sviluppo sostenibile.
L’inserimento di alcune banche dati hanno trasformato il sito del progetto DESIRE-net in una vetrina per le imprese italiane che operano nel campo delle fonti rinnovabili e che intendono aprirsi ai mercati dei paesi in via di sviluppo, e perle ONG che già operano in quei paesi. La banca dati di offerte di stage di imprese/organizzazioni italiane o europee da proporre a giovani provenienti dai paesi in via di sviluppo; la banca dati di imprese che lavorano nell’ambito delle fonti energetiche rinnovabili e del risparmio energetico interessate ai mercati dei paesi in via di sviluppo e di ONG che già operano in quei paesi; la banca dati delle buone prassi che raccoglie i più significativi progetti di cooperazione internazionale.
Le imprese e le organizzazioni interessate ad aderire all’iniziativa possono compilare il modulo scaricabile dal sito www.desire-net.enea.it e inviarlo al numero di fax +39 0630484378 e all’indirizzo mail fad@enea.it
Intervista ad Anna Moreno coordinatrice del progetto Desire-net
“Si tratta di un progetto molto importante che ha una doppia valenza: sicuramente nei paesi in via di sviluppo dove vengono impartite le lezioni, ma anche a livello nazionale, costituendo un buon trampolino di lancio per le nostre realtà industriali”. A parlare è l’ingegnere Anna Moreno dell’ENEA, coordinatrice di ‘Desire-Net Project’, il progetto di formazione a distanza sulle rinnovabili nato da un’idea dell’ufficio UNESCO di Venezia e già operativo da diversi mesi.
“Il corso è previsto per tre diverse classi di utenza, i decision makers, i progettisti e gli operatori; questo perché solamente con il coinvolgimento di tutti i protagonisti della filiera è possibile mettere a sistema il mercato delle energie rinnovabili. Il metodo utilizzato per questi corsi prevede sia lezioni in cui i partecipanti hanno la possibilità di frequentare una classe con un docente che effettua la lezione a distanza e l’opportunità di fare 15 minuti di domande alla fine della lezione (lezioni sincrone), che lezioni in cui gli studenti possono autoformarsi e verificare la propria preparazione, avendo accesso ad un corso multimediale in rete e rispondendo alle domande predisposte dagli insegnanti (lezioni asincrone). In pratica in ogni capitale è stato costituito un “punto di ascolto” dove il referente locale, individuato da UNESCO, gestisce la classe degli studenti sia dei corsi sincroni che di quelli asincroni.”
Che cosa avete fatto fino ad adesso?
“Qualche mese fa abbiamo concluso il ciclo di lezioni dedicato ai decision makers, 6 ore per ogni materia. Le lezioni sono iniziate a maggio 2006 e terminate prima dell’estate. Belgrado è stata la città che ha dimostrato un più spiccato interesse, coinvolgendo oltre 150 persone, su un totale di circa 500, tanto che sta promuovendo un master sulle fonti rinnovabili basata proprio su questa esperienza. La materia che ha suscitato più interesse è stata l’integrazione delle fonti rinnovabili nell’edilizia, con proposte particolarmente innovative; una per tutte installare pale eoliche tra due edifici a più piani, sfruttando l’effetto del vento che può raggiungere un’elevata intensità”.
E ora cosa state facendo?
“La seconda fase dedicata ai progettisti, iniziata a settembre 2006, è un po’ più complessa. Stiamo cercando di coinvolgere le aziende italiane produttrici di queste tecnologie, in modo che possano esporre direttamente sul campo il loro know how. Un compito non facile perché di realtà industriali a dire il vero ce ne sono poche, ma anche perché l’interesse all’internazionalizzazione non è ancora molto sentito. Quelle che hanno risposto fino ad adesso, sono l’ENEL che cura la parte sulla geotermia e collabora per i corsi sull’energia eolica e sulle “Small Hydro power”, e la Vestas che integra le competenze ENEA sull’eolico. Sempre ai progettisti dedichiamo anche dei corsi più approfonditi curati direttamente da noi, composti da diversi moduli per un totale di circa 600 ore. Un insieme di lezioni che verranno impartite anche agli operatori dopo che localmente avranno provveduto ad una traduzione nelle lingue locali”.
Il tutto quindi presuppone un ritorno anche per le aziende?
“Certamente, a valle di questa operazione l’UNESCO in collaborazione con l’UNIDO, Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, sta portando aziende e ricercatori italiani in 12 dei paesi in cui si sono svolte le lezioni e quindi in Marocco, Egitto, Serbia, Bielorussia, Russia, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Romania, Ucraina, Grecia e Tunisia. Si tratta di un modo per poter prendere contatti diretti, dando l’opportunità di creare collaborazioni e sbocchi commerciali”.